Florence One | Crisi d’impresa: come avere una seconda chance?

Crisi d’impresa: come avere una seconda chance?

Crisi d’impresa: come avere una seconda chance?

Della spinta riformatrice si è fatto portatore anche il legislatore europeo con il Regolamento 2015/848, avente ad oggetto specificamente le procedure di insolvenza ed il loro ruolo nel mercato interno in relazione ai rapporti e alle relazioni transfrontaliere, e con la Raccomandazione 135/2014 della Commissione che ha introdotto due importanti concetti:

  • L’emersione tempestiva della crisi e la conseguente opportunità di ristrutturazione in fase precoce;
  • L’idea di offrire al debitore una “seconda chance”, molto cara alla cultura anglosassone e quasi sconosciuta all’esperienza italiana.

Quello che l’Europa ha chiesto di recuperare è la nozione secondo cui il rischio di impresa non può coincidere né con il rischio penale, né con il rischio di pregiudizievoli conseguenze civili quasi indelebili.

L’obiettivo è quello di “normalizzare” la situazione di difficoltà dell’impresa, considerandola una condizione possibile e fisiologica dell’attività economica, prevedendo strumenti idonei alla sua emersione tempestiva e alla risoluzione concordata e bonaria, con l’effetto di riservare il fallimento – adesso denominato liquidazione giudiziale – solo ai casi più estremi. Infatti, il debitore e i creditori sono i più interessati – e, perciò, anche i migliori risolutori – a trovare la via d’uscita dalla situazione di crisi, possibilmente evitando l’insolvenza.

Il dovere dell’imprenditore è quello di adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi, come ad esempio software di CPM per misurare la performance economico finanziaria aziendale.